Una materia prima critica per la transizione energetica
Lo sappiamo, la transizione ecologica dell’Europa passa anche dalle batterie. Accumulo per le rinnovabili, mobilità elettrica, dispositivi elettronici: la domanda è in crescita costante, e con essa aumenta la pressione sulle materie prime necessarie a produrle.
Tra queste c’è la grafite, fondamentale per gli anodi delle batterie al litio. Attualmente, il 95% della fornitura globale di grafite naturale per anodi proviene dalla Cina, e l’UE importa il 98% del proprio fabbisogno, evidenziando una significativa dipendenza dalla catena di approvvigionamento esterna.
Un problema strategico: serve più riciclo
L’UE ha individuato il riciclo come strada prioritaria per ridurre la dipendenza da Paesi terzi. Tuttavia, il tasso attuale di riciclo della grafite è intorno al 3%, e mancano impianti industriali in grado di produrre grafite riciclata con i livelli di purezza richiesti dalle batterie di nuova generazione.
Nel 2023, con l’entrata in vigore del Regolamento Batterie e l’adozione del Critical Raw Materials Act, l’Europa ha alzato l’asticella: più riciclo, più recupero interno, più autonomia strategica.
GRAPhiREC: il primo pilota industriale in Europa
In questo contesto si inserisce LIFE GRAPhiREC, un progetto cofinanziato dal programma LIFE dell’Unione Europea e coordinato da ORIM S.r.l., PMI italiana attiva nel trattamento di rifiuti speciali.
L’obiettivo: costruire i primi due impianti pilota europei in grado di recuperare grafite da batterie esauste e impiegarla per produrne di nuove. Gli impianti saranno operativi in Macerata (impianto ORIM, per batterie al litio LFP) e Chieti (impianto SIMA, per batterie alcaline esauste).
Gli obiettivi a breve termine:
- Recuperare il 90% della grafite contenuta nei rifiuti trattati;
- Raggiungere purezze del 99,95% per batterie al litio, e 99,5% per quelle alcaline;
- Produrre prototipi funzionanti: celle 21700 (per veicoli elettrici), pile a bottone e fino a 1,5 milioni di batterie AA con grafite riciclata.
Il progetto coinvolge diversi partner strategici:
- Università di Camerino e Università dell’Aquila, per la parte scientifica e analitica;
- Varta, come attore industriale e potenziale utilizzatore;
- European Advanced Carbon and Graphite Materials Association per il collegamento con l’ecosistema europeo;
- Le due PMI italiane ORIM e SIMA, motori operativi del progetto.
Cosa ci insegna questa esperienza
GRAPhiREC è un buon esempio di come una PMI italiana possa guidare un progetto europeo di frontiera, su una tecnologia strategica, con un impatto reale.
Progetti LIFE come questo mostrano che:
- L’accesso ai fondi europei non è riservato solo a multinazionali o università;
- Serve però una visione chiara, una strategia concreta e partner affidabili;
- La buona europrogettazione parte prima della scrittura: nasce dalla lettura del contesto e dalla capacità di mettersi in gioco.
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